A. Vignudelli, Diritto costituzionale, ed. Giappichelli, 2025, pagg. 1024

disponibile dal 13 ottobre 2025

Un’opera pensata per guidare studenti e appassionati attraverso l’impianto logico, teorico e normativo del Diritto Costituzionale italiano.

Il testo, giunto all’ottava edizione, coniuga rigore scientifico e chiarezza espositiva, offrendo una solida formazione sui principi, le fonti, i diritti fondamentali e l’organizzazione dello Stato.

Partendo dalla distinzione tra informazione e formazione, il volume affronta temi chiave come legalità, separazione dei poteri, interpretazione giuridica e sovranazionalità, offrendo un quadro organico e aggiornato della materia.

Indispensabile per studenti universitari, candidati a concorsi pubblici e professionisti del diritto.

Un approccio profondo, critico e moderno per comprendere davvero la Costituzione, facendo emergere un ampio ed articolato mosaico, del quale ognuno degli elementi considerati rappresenta un’insurrogabile tessera inserita in quel vasto e coerente complesso d’incastri, di corrispondenze, di richiami ed implicazioni reciproche, i quali, nel loro insieme, danno forma compiuta al Diritto Costituzionale.

Autore dell’Opera è il prof. Aljs VIGNUDELLI, emerito di Diritto costituzionale nell’Università di Modena e Reggio Emilia. Nato a Bologna il 19 febbraio 1948, ha conseguito la laurea in Giurisprudenza presso l’Università degli Studi di Bologna, con tesi in Diritto amministrativo (relatori i professori Renato Alessi e Fabio A. Roversi Monaco).

Ha lavorato in ambito accademico fin dagli anni Settanta, prima presso la cattedra di Diritto costituzionale dell’Università di Bologna con i professori Fabio A. Roversi Monaco e Giuseppe de Vergottini, poi collaborando stabilmente con il prof. Sergio Fois, ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”.

Negli anni Ottanta ha assistito, insieme con altri esperti, l’on. Aldo Bozzi, presidente dell’omonima Commissione, nello studio e nella predisposizione dei materiali per il dibattito sulle riforme costituzionali.

Ha svolto la propria attività nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Bologna, presso la cattedra di Diritto costituzionale e presso la Scuola di Perfezionamento in Scienze Amministrative (SPISA) della stessa Università. E’ stato docente di Diritto della Comunicazione e dell’Informazione al Centro Europeo Studi Aziendali della Confindustria di Bologna, di Disciplina giuridica della Pubblicità e di Legislazione pubblicitaria presso l’Università LUISS di Roma. Dal 1990 al 1994 ha insegnato Diritto costituzionale presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Sassari, e, dall’anno successivo, la stessa materia presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia.

E’ direttore della Rivista “Lo Stato. Rivista semestrale di diritto costituzionale, diritto dell’economia e teoria del diritto” presso Mucchi editore.

prof. Aljs Vignudelli
emerito di diritto costituzionale nell’Università degli Studi
di Modena e Reggio Emilia

M. Bertolissi, Autonomia differenziata. Materiali controcorrente, ed. Giappichelli, 2025, pagg. 544

L’opera raccoglie, nella sua prima parte, una serie di scritti pubblicati su varie riviste di diritto pubblico o inseriti in volumi collettanei.

Offre dell’art. 116, 3° comma, Cost. un’interpretazione che non trova riscontro in altri elaborati della dottrina giuspubblicistica, la quale pretende di desumere la realtà dagli enunciati normativi, giungendo, in tal modo, ad esiti che all’autore paiono essere – e lo dimostra – privi di fondamento.

Nella seconda parte, comprende gli atti predisposti, in nome e per conto della Regione del Veneto, per i giudizi di legittimità costituzionale della legge Calderoli e di ammissibilità del referendum abrogativo della medesima.

Utile, se non indispensabile, perché espone un punto di vista inusuale, sia per quanti fanno ricerca, sia per coloro che sono usi alla frequentazione delle aule giudiziarie.

E per coloro che vogliono saperne di più, cogliendo il senso profondo del contraddittorio.

Parole chiave: pluralismo – autonomia – responsabilità.

L’Autore del volume è il prof. avv. Mario BERTOLISSI, nato ad Udine il 28 dicembre 1948, emerito di diritto costituzionale nell’Università di Padova. Ha insegnato, altresì, istituzioni di diritto pubblico, diritto amministrativo, diritto tributario, diritto pubblico comparato e giustizia costituzionale. Ha ideato il Centro Studi sulle Istituzioni Livio Paladin, promotore di iniziative a carattere didattico, culturale e scientifico.

Tra le Sue pubblicazioni ricordiamo Il mito del buon governo, ed. Jovene, 2022; Livio Paladin costituzionalista della Res publica, ed. Mucchi, 2022; Autonomia. Ragioni e prospettive di una riforma necessaria, ed. Marsilio, 2019; Autonomia e responsabilità sono un punto di vista, ed. Jovene, 2015; Contribuenti e parassiti in una società civile, ed. Jovene, 2012; L’ordinamento degli enti locali, ed. Il Mulino, 2002; Lineamenti costituzionali del federalismo fiscale, ed. Cedam, 1989; L’autonomia finanziaria regionale, ed. Cedam, 1983.

Ha guidato la delegazione trattante della Regione Veneto per l’autonomia differenziata.

prof. avv. Mario Bertolissi
emerito di diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Padova

Dossier del 28/07/2025 – Norme in materia di ordinamento giurisdizionale e di istituzione della Corte disciplinare (A.C. 1917-B)

(a cura dei Servizi Studi della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica)

Il progetto di legge di revisione costituzionale A.C. 1917-B torna all’esame della Camera dopo essere stato approvato, nella seduta del 22 luglio 2025, dall’Assemblea del Senato nell’identico testo approvato in prima lettura dall’Assemblea della Camera, nella seduta del 16 gennaio 2025.

Questo testo, a sua volta, non risultava modificato rispetto al progetto di legge di revisione costituzionale di iniziativa governativa C. 1917, adottato come testo base in sede referente nella seduta della I Commissione Affari costituzionali della Camera del 6 ottobre 2024.

Si tratta quindi della seconda deliberazione prevista, per i progetti di legge costituzionali, dall’articolo 138 della Costituzione.

Celebrazioni per il 40° anniversario della scomparsa di Costantino Mortati

A Costantino Mortati, uno dei maggiori giuspubblicisti del Novecento, sono dedicate due giornate (il 15 ottobre 2025 presso l’Università di Roma La Sapienza e il 23 ottobre 2025 presso il Monastero Esarchico di S. Maria a Grottaferrata (Roma)) nel quarantesimo anniversario della sua scomparsa.

Nato a Corigliano Calabro (Cosenza) il 27 dicembre 1891 in una famiglia di origine albanese, Mortati si laureò a Roma in giurisprudenza nel 1914 (con una tesi discussa con Francesco Filomusi-Guelfi), in filosofia nel 1917 (relatore Bernardino Varisco) e in scienze politiche nel 1930 (relatore Luigi Rossi).

Funzionario della Corte dei conti dai primi anni Venti, libero docente e vincitore di concorso a cattedra nel 1936, insegnò a Messina, Macerata (dove fu anche rettore-preside della locale facoltà di Giurisprudenza), a Napoli dal 1942 (Istituto navale e facoltà di Economia) e a Roma dal 1955 (facoltà di Scienze politiche), fu membro della commissione per la riorganizzazione dello Stato (la cosiddetta commissione Forti) e dell’Assemblea costituente. Dal 1960 fu giudice della Corte costituzionale (su nomina del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi) e nel 1962 ne divenne vicepresidente.

Morì a Roma il 25 ottobre 1985.

Studioso molto riservato ed esigente, affrontò i temi costituzionalistici anche sulla base di considerazioni modernamente comparatistiche e storiche: anche da ciò deriva la sua grande attenzione alle nuove caratteristiche degli Stati moderni, nelle quali operano enormi masse popolari e grandi partiti politici secondo ideali e programmi lontanissimi da quelli del liberalismo ottocentesco, dei cui limiti Mortati fu ben consapevole. In particolare, si mostrò molto interessato ai nuovi rapporti fra la politica e il diritto e colse l’importanza dei principi e dei valori delle nuove costituzioni novecentesche, imposti dai nuovi partiti politici dominanti.

Personaggio instancabile, ci lasciò molti testi ancora oggi omaggiati di particolare fama. Tra questi ricordiamo sicuramente L’ordinamento del governo nel nuovo diritto pubblico italiano, Roma, 1931; La volontà e la causa nell’atto amministrativo e nella legge, Roma, 1935; La Costituzione in senso materiale, Milano, 1940; La Costituente: la teoria, la storia, il problema italiano, Roma, 1945; Corso di istituzioni di diritto pubblico, Padova, 1949; La persona, lo Stato e le comunità intermedie, Torino, 1959; Atti con forza di legge e sindacato di costituzionalità, Milano, 1964; Le leggi provvedimento, Milano, 1968; Lezioni sulle forme di governo, Padova, 1973.

Costantino Mortati è stato un finissimo intellettuale, certamente una delle menti giuridiche più lucide e profonde del Novecento italiano. Sempre presente nel dibattito scientifico, dagli anni Trenta sino agli Settanta, ha intuito da subito i limiti dello Stato liberale e tentato di favorire quanto più possibile l’inserimento delle masse nel novello quadro costituzionale, reputato alla stregua di una poderosa agorà in cui conciliare, con coraggio, e armonizzare opzioni, scelte, indirizzi.

Il suo contributo resta a tutt’oggi imprescindibile per quanti vogliano riflettere, e affaticarsi, sui problemi relativi alla Costituzione e alle sue (sempre evocate) riforme, ai partiti politici, alle forme di potere vecchie e nuove, in una parola allo Stato, qualsiasi cosa esso voglia dire e continuare a dire.

Di seguito il programma delle celebrazioni.

T. Martines, A. Morelli, A. Ruggeri, C. Salazar, Lineamenti di diritto regionale, ed. Lefebvre Giuffrè, 2025

Anche questa nuova edizione (la dodicesima) dei Lineamenti di diritto regionale mette a fuoco l’affannosa ricerca delle Regioni di uno spazio adeguato a far valere l’autonomia ad esse riconosciuta dalla Carta costituzionale, in un contesto politico-istituzionale che – al di là di ogni contraria apparenza – parrebbe risolutamente avverso alla realizzazione di questo progetto, quanto meno in una apprezzabile misura.

L’istituto regionale si conferma piuttosto essere un cantiere a cielo aperto, bisognoso dunque di una corposa opera che, più ancora che di manutenzione, è di vero e proprio rifacimento.

Ne ha dato eloquente testimonianza la sent. n. 192 del 2024 della Corte costituzionale che, nel riferirsi specificamente alla “differenziazione” dell’autonomia ex art. 116, c. 3, Cost., ha in realtà dell’istituto stesso ridisegnato i tratti complessivi, obbligando pertanto ad un aggiornamento di questi Lineamenti che ne ha, a conti fatti, comportato in larga parte la sostanziale riscrittura.

F. Sicuro, Il libero mandato nelle dinamiche rappresentative, Cacucci editore, 2025, pagg. 402

In una realtà politico-parlamentare sempre più intersecata dalla metrica pulviscolare degli interessi privati e in cui le procedure rappresentative appaiono assai spesso scandite dalle “ragioni” della sola maggioranza governativa, appare indispensabile tornare a ragionare criticamente sui presupposti e sulle forme assunte dalla libertà del mandato parlamentare (art. 67 Cost.).

Principio fondativo delle moderne democrazie parlamentari, che, ancora oggi, sembra costituire espressione di una super-norma costituzionale (l’art. 67 Cost., appunto), capace di ridurre tutte le altre disposizioni costituzionali in tema di rappresentanza politica (articoli 1, 48, 49, 72, 94 Cost.) a mera espressione di politicità, prive di qualsiasi rilievo giuridico-procedurale.

Di qui le ragioni che hanno mosso il presente lavoro, radicate nella necessità di rimarcare la giuridica rilevanza del rapporto che lega i quattro soggetti della rappresentanza politica contemporanea (corpo elettorale, partiti politici, gruppi parlamentari, singoli eletti), così da restituire coerenza e responsabilità alle modalità di esercizio della funzione pubblico-rappresentativa.

In questa prospettiva, il lavoro si propone, da ultimo, di ragionare intorno alla possibile configurabilità un mandato «trasparente», quale declinazione giuridico-sostanziale del mandato «libero» di derivazione proto-liberale (art. 67 Cost.).

Franco SICURO è dottore di ricerca in Diritto costituzionale – IUS 08 (titolo del dottorato: “Principi giuridici ed istituzioni fra mercati globali e diritti fondamentali” – XXXV Ciclo nell’Università degli Studi di Bari “Aldo Moro” – Tutor: Prof. Alessandro Torre), dopo aver discusso una tesi dal titolo: «Il libero mandato nella realtà parlamentare contemporanea». Attualmente è assegnista di ricerca in Diritto costituzionale e pubblico presso il medesimo Ateneo.

Nei 150 anni delle leggi costituzionali francesi del 1875: origini e metamorfosi del sistema parlamentare

“ATELIER 4 LUGLIO – G.G. FLORIDIA” – XIX Seminario

La XIX edizione dell’Atelier 4 luglio di diritto e storia costituzionale intitolato al professor Giuseppe Guglielmo Floridia (1950-2006), promossa dall’Università degli Studi di Teramo e dall’Università LUMSA di Roma, in calendario a Teramo il 4 luglio 2025, è dedicata ai 150 anni dall’adozione delle leggi costituzionali francesi del 24 e 25 febbraio e del 16 luglio 1875.

I lavori verteranno, nello specifico, sulle seguenti tematiche:

  • le origini e la storia giuridico-istituzionale e costituzionale della Terza Repubblica;
  • il dibattito e la dottrina gius-costituzionali che accompagnarono la Terza Repubblica, tra analisi e proposte di riforma del regime parlamentare;
  • la Terza Repubblica come modello: la sua fortuna nella storia politico-istituzionale del ’900 e la sua influenza sugli sviluppi istituzionali e costituzionali di altri Paesi.

Gli atti dell’Atelier saranno oggetto di successiva pubblicazione.

L’evento potrà essere seguito in diretta streaming su YouTube:

R. Ruffilli, Riflessioni e interventi sulle riforme istituzionali (1980-1988), collana “Percorsi”, ed. Il Mulino, 2025, pagg. 384

con introduzione di A. Barbera

(in libreria dal 23/05/2025)

I saggi di Roberto Ruffilli qui pubblicati, scritti tra il 1980 e il 1988, appartengono all’ultimo periodo della sua attività di politico e di politologo. Il filo conduttore è la riflessione sulle riforme istituzionali, da sempre al centro dell’interesse di Ruffilli. Il dibattito sulle riforme costituzionali, la partecipazione politica, l’elezione diretta del Presidente della Repubblica, il ruolo dei partiti, la questione morale e la crisi della politica, il ruolo della Commissione bicamerale Bozzi (della quale Ruffilli fece parte come capogruppo democristiano), la fine della preponderanza della DC, la perdita di sovranità degli Stati sono alcuni degli argomenti qui affrontati, a confermare la lucidità delle analisi di Roberto Ruffilli e il suo tenace impegno a dar vita a un processo riformatore della politica in funzione delle esigenze dei cittadini.

Roberto Ruffilli, nacque a Forlì il 18 febbraio 1937.

Dopo essere stato ricercatore presso l’Istituto per la Scienza dell’amministrazione pubblica (ISAP), ottenne la libera docenza in Storia delle istituzioni politiche, iniziando la sua carriera accademica nel 1976 presso l’Università di Sassari, per passare poi l’anno successivo all’Università di Bologna in qualità di professore di Storia contemporanea. Tornò nel 1987 ad insegnare la prediletta disciplina di Storia delle istituzioni politiche.

Negli anni ’80, l’attività di studioso si intrecciò con l’impegno diretto nella vita politica. Egli assunse un ruolo di primo piano nell’analisi del sistema politico italiano, oltre che nello studio di progetti di riforma istituzionale ed elettorale. Divenuto consigliere per le riforme istituzionali del nuovo Segretario della Democrazia cristiana, Ciriaco De Mita, fu eletto nel 1983 al Senato.

Ruffilli si farà portatore, in qualità di relatore o co-firmatario, di un centinaio di atti parlamentari (soprattutto sui temi della trasparenza e dell’efficienza amministrativa) e si ritaglierà un ruolo importante all’interno della Commissione d’inchiesta sulla Loggia P2 e della Prima Commissione bicamerale per le riforme istituzionali della storia repubblicana, la cosiddetta Commissione Bozzi (1983-1985).

Fu ucciso (tre giorni dopo la nomina a Presidente del Consiglio dell’on. De Mita) nella sua casa di Forlì, il 16 aprile 1988, dalle Brigate Rosse.

INDICE

Presentazione, di Mauro Fabbretti

Prefazione, di Romano Baccarini

Mi ricordo…, di Pier Giuseppe Dolcini

Introduzione, di Augusto Barbera

RIFLESSIONI E INTERVENTI SULLE RIFORME ISTITUZIONALI (1980-1988)

Premessa, di Domenico Guzzo

I. Riassetto istituzionale e democrazia di massa nel dibattito sulle riforme costituzionali

II. Il nuovo fatica a nascere

III. Religione, diritto e politica negli anni Quaranta: Aldo Moro

IV. Partecipazione politica e sistemi di partito. Problemi e prospettive dell’organizzazione economica, sociale e politica

V. Partiti, crisi delle istituzioni, governabilità e conflitti senza regole

VI. Crisi dei partiti e culture politiche in Italia

VII. Le riforme istituzionali in Italia: tra ricerca dell’egemonia e adeguamento alle trasformazioni della democrazia

VIII. Il sistema politico italiano: la terza fase nel pensiero di Moro

IX. Istituzioni: le regole del gioco

X. Elezione del presidente: una semplificazione pericolosa

XI. In nome del popolo sovrano

XII. La DC e le regole di una democrazia matura

XIII. [La riforma istituzionale]

XIV. La DC nella commissione per le riforme istituzionali

XV. Riforma delle istituzioni e trasformazione della politica

XVI. Questione morale e questione istituzionale

XVII. Risultati elettorali ed evoluzione istituzionale

XVIII. Le istituzioni fra tradizione e nuova razionalità sociale e politica

XIX. La razionalità istituzionale

XX. Riforma istituzionale e razionalizzazione del sistema democratico: la Commissione Bozzi

XXI. Materiali per la riforma elettorale

XXII. [Il cittadino come arbitro. La DC e le riforme istituzionali]

XXIII. Costituzione e trasformazione

XXIV. Prospettive politiche e possibilità di riuscita delle riforme istituzionali in Italia

XXV. Sistema politico e riforme elettorali

XXVI. L’ultima occasione per superare lo ‘stallo’

XXVII. L’alfa e l’omega

Nota ai testi

Roberto Ruffilli (1937-1988)