“Riforme istituzionali e forme di governo”, a cura di G. Pitruzzella, A. Poggi, F. Fabrizzi, V. Tondi della Mura, F. Vari, ed. Giappichelli, 2023, pagg. 552

Cresce l’attesa per la presentazione della proposta di legge sul premierato da parte del governo, su iniziativa del ministero guidato da Maria Elisabetta Alberti Casellati.
Il tema delle riforme costituzionali del resto è stato più volte indicato come uno dei punti programmatici dell’attuale esecutivo ed è pienamente legittimo che il governo assuma l’iniziativa per avviare ed orientare il percorso riformatore.
Tuttavia, sappiamo bene che iniziative in questo campo (penso a quella del 2006 portata avanti dal governo Berlusconi e a quella del 2016 promossa dal governo Renzi) hanno avuto scarsa fortuna, perché viste come riforme “di parte” e, in quanto tali, soffocate da una vibrante polemica politica, talora anche strumentale e ideologica.
Il rischio di un nuovo fallimento non è quindi così peregrino.
Eppure l’occasione da cogliere è davvero importante per mettere finalmente mano alla riforma della seconda parte della nostra Costituzione.
Necessità avvertita dai numerosi costituzionalisti, appartenenti alle più disparate aree culturali e a differenti scuole accademiche, che hanno partecipato al Convegno su “Riforme istituzionali e forme di governo. Un confronto”, che è stato ospitato a Roma dal CNEL il 17 maggio 2023, i contributi dei quali sono stati raccolti nel volume “Riforme istituzionali e forme di governo”, a cura di Giovanni Pitruzzella, Annamaria Poggi, Federica Fabrizzi, Vincenzo Tondi della Mura, Filippo Vari, ed. Giappichelli, 2023, pagg. 552, con l’ambizione di rendere un servizio alla riflessione pubblica su una materia così delicata, ma anche così rilevante per il futuro della democrazia, della società e dell’economia del nostro Paese. Chi, tra i costituzionalisti intervenuti, ha proposto delle riforme lo ha fatto nello spirito dell’adeguamento del sistema istituzionale ai profondi cambiamenti che si sono verificati nei settantacinque anni di vita della Costituzione repubblicana. Adeguamenti che dovrebbero servire a meglio realizzare i valori e i principi che definiscono l’identità costituzionale italiana, non a stravolgerla, rafforzando la legittimità democratica delle istituzioni e la loro rappresentatività insieme con la stabilità e l’efficacia decisionale.

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