S. Panizza, Il Dizionario della Costituzione italiana, ed. Giappichelli, 2023

ISBN: 9788892145870
Anno di pubblicazione: 2023
Mese di pubblicazione: Gennaio
Pagine: 224

L’analisi della Costituzione italiana che viene presentata in questo volume si incentra sugli aspetti linguistici del testo, allo scopo di ricavarne un dizionario o, più precisamente, di tracciarne l’evoluzione. Le parole estrapolate sono state considerate, però, non tanto in astratto, quanto nel contesto della valenza giuridico-costituzionale del documento normativo da cui sono tratte.

L’opera non è un saggio di linguistica, non si pone come obiettivo quello di fornire un esame sistematico delle strutture grammaticali, non contiene spiegazioni di significato e non ha nemmeno carattere di esaustività. In verità, si è operata una selezione dei vocaboli “giuridicamente” più significativi contenuti nelle varie disposizioni (verbi, sostantivi, pronomi, aggettivi, avverbi, senza invece considerare, di regola, articoli, preposizioni e congiunzioni) con la finalità principale di pervenire a un confronto tra il complesso di essi presente nel testo entrato in vigore il 1° gennaio 1948, in esito alla approvazione da parte della Assemblea Costituente, e quello vigente a distanza di settantacinque anni, frutto delle numerose leggi costituzionali e di revisione costituzionale che si sono succedute ad opera del Parlamento repubblicano nel corso di diciotto legislature. L’aggiornamento è alla legge costituzionale n. 2/2022, che ha modificato l’art. 119 della Costituzione con riguardo al riconoscimento delle peculiarità delle isole e al superamento degli svantaggi derivanti dall’insularità (una revisione, sia detto incidentalmente, che ha introdotto tre vocaboli finora assenti dal testo costituzionale – insularità, peculiarità, svantaggio – e ha reimmesso nel tessuto costituzionale un vocabolo – isole – che era stato espunto dalla legge costituzionale n. 3/2001).

La struttura dell’opera è suddivisa in tre sezioni, più una appendice.
La prima sezione riporta il testo originario della Costituzione e quello vigente. Quest’ultimo presenta su sfondo grigio gli articoli la cui formulazione ha subito modifiche nel corso degli anni, così da avere un immediato impatto visivo di ciò che è stato oggetto di revisione nel tempo.
La seconda contiene l’esame, in ordine cronologico, delle leggi costituzionali di revisione intervenute e dei cambiamenti che hanno prodotto, al momento della loro approvazione, sugli articoli incisi.
La terza, finalmente, presenta il dizionario, con 1437 lemmi: 1175 sono quelli impiegati fin dall’origine, 70 sono quelli soppressi, 192 quelli aggiunti.

Il testo intende così porsi, da un lato, come possibile supporto, di taglio storico-linguistico, all’insegnamento dell’educazione civica recentemente reintrodotto nelle scuole, e, dall’altro, come ausilio nello studio del diritto pubblico e costituzionale previsto nei corsi universitari, integrando i manuali tradizionali e gli strumenti di approfondimento contenutistico della Costituzione, quali guide o commentari, indicati nei programmi d’esame.

Pur con i limiti di una analisi principalmente di tipo quantitativo, il Dizionario che si presenta permette di svolgere alcune osservazioni sulla Costituzione italiana, in particolare con riguardo ai due profili più spesso discussi sotto il profilo linguistico, la brevità delle frasi e la semplicità dei vocaboli.
Osservava De Mauro, Il linguaggio della Costituzione, in S. Rodotà (a cura di), Alle origini della Costituzione, cit., 25 ss., che quasi il 93% del testo originario della Costituzione era composto con il vocabolario di base della lingua italiana, quello di massima frequenza, già ben noto nelle scuole elementari, segno di alta comunicabilità, e che l’intero testo era scritto con una media esemplare di un po’ meno di venti parole per frase, considerando che gli specialisti della scrittura controllata affermano che, per essere capiti, l’ideale sarebbe scrivere frasi con meno di venticinque parole.

PROF. SAULLE PANIZZA
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