Lunedì 21 novembre 2022 ore 15,00 – 17,30
Piattaforma Microsoft Teams
Abbiamo visto come lo Stato, per far fronte alla pandemia, abbia adottato, attraverso la cd. normativa emergenziale, un modello di accentramento delle competenze, senza la previsione di adeguati strumenti di collaborazione con le Regioni.
Tale normativa, oltre ad essersi discostata dal modello di regionalismo cooperativo delineato dalla riforma del 2001, ha in alcuni casi condotto, soprattutto nella prima fase della crisi sanitaria, a diversi contrasti con gli enti, contrasti poi in gran parte superati grazie alla volontà del Governo di riconoscere alle Regioni un maggiore ruolo di monitoraggio e di intervento e di operare un coordinamento con queste ultime, ad esempio nell’adozione di soluzioni condivise (come avvenuto per le decisioni relative alla campagna vaccinale e al green pass).
E’ del tutto illusorio pensare che i rapporti tra Stato e Regioni si possano soddisfacentemente risolvere una volta per tutte assegnando “materie”, ora in esclusiva allo Stato, ora parzialmente o totalmente (in teoria) alle Regioni, essendo invece rilevante in questo senso l’indirizzo della legislazione ordinaria dello Stato e il miglioramento dell’efficienza della macchina amministrativa (non solo regionale), la cui gestione è parsa talvolta lenta e farraginosa.