Regolamento del Senato

Testo aggiornato con le modifiche approvate dall’Assemblea il 27 luglio 2022 (Gazzetta Ufficiale 5 agosto 2022, n. 182)

L’Assemblea del Senato ha approvato mercoledì 27 luglio 2022 la riforma del proprio Regolamento, che entra in vigore a partire dal mese di ottobre, con l’inizio della diciannovesima legislatura.

Una riforma resa necessaria dalla riduzione del numero dei parlamentari, passati da 945 a 600 (400 deputati e 200 senatori).

È rimasta incompiuta, invece, la riforma del Regolamento della Camera dei Deputati, la quale si è arenata già prima dell’inizio della discussione in Assemblea. Saranno quindi i nuovi deputati eletti a dover riprendere in mano la questione.

Si è preferito optare per modifiche puntuali (sono in totale cinquantasette gli articoli che in qualche misura sono stati interessati dalla riforma), anziché procedere con una rivisitazione complessiva del testo, cercando di trovare la più ampia convergenza possibile tra le forze politiche.

La modifica ha anzitutto riguardato tutte quelle disposizioni che prevedevano quorum e soglie numeriche specifiche.

Altra novità rilevante concerne la fusione di alcune Commissioni permanenti, che passano da quattordici a dieci. In particolare, sono state accorpate le Commissioni Esteri e Difesa, Ambiente e Lavori Pubblici, Industria e Agricoltura, Lavoro e Sanità. La Commissione Affari Costituzionali si occuperà anche di editoria e digitalizzazione, la Commissione Istruzione e Cultura di ricerca scientifica, spettacolo e sport.

Inoltre, l’attività delle Commissioni potrà svolgersi anche in parallelo rispetto alle sedute dell’Aula, salvo che in questo consesso non si tengano delle votazioni.

È stato aggiunto un comma che impone ai presidenti di Commissione un coordinamento del calendario delle sedute, in modo da permettere ai senatori che appartengono a più commissioni di partecipare ai lavori.

Si prevede una sorta di “voto a data certa”, disponendo che la Conferenza dei presidenti dei gruppi possa fissare il termine decorso il quale i disegni di legge siano posti in votazione nel testo presentato al Senato o approvato dalla Commissione, ad esclusione dei disegni di legge costituzionale, in materia elettorale, delegazione legislativa, autorizzazione e ratifica di trattati internazionali, bilancio, amnistia e indulto.

Viene poi istituito anche per Palazzo Madama il Comitato per la legislazione, già previsto dal Regolamento della Camera dei Deputati, composto da otto senatori scelti dal Presidente del Senato, con il compito di esprimere pareri sui disegni di legge in discussione dall’Assemblea o dalle Commissioni in sede deliberante, entro cinque giorni dalla trasmissione del testo, prevedendo che partecipi all’esame del testo in questione il relatore del ddl e un rappresentante del Governo.

Ciascun gruppo parlamentare sarà composto da sette senatori invece di dieci, ad esclusione del gruppo misto e di quello delle minoranze linguistiche, che ne avranno quattro. Ogni gruppo dovrà rappresentare un partito o movimento politico che alle ultime elezioni abbia presentato candidati con lo stesso contrassegno e abbia eletto almeno un senatore.

Le norme anti-transfughi per ostacolare i cambi di casacca a legislatura iniziata introducono divieti e disincentivi economici.

I nuovi gruppi in corso di legislatura dovranno essere composti da almeno dieci senatori e rappresentativi di un partito o un movimento politico che nella legislatura abbia presentato alle elezioni politiche, regionali o del Parlamento europeo propri candidati e che siano stati eletti. Chi cambia casacca decade dalla carica dell’Ufficio di presidenza, dalla carica di questore, dalle giunte e da tutti gli organi collegiali.

Con il nuovo Regolamento la dotazione economica di ciascun senatore viene ridotta drasticamente in caso di cambio di gruppo. La metà infatti è previsto che rimanga al gruppo di appartenenza, il 30 per cento al nuovo gruppo, e il 20 per cento al bilancio di Palazzo Madama.

Nasce anche il gruppo dei non iscritti. Non si tratta di un gruppo vero e proprio, chi ci entra infatti non ha a disposizione neppure la dotazione di cui abbiamo parlato né del tempo prestabilito per poter intervenire in aula (solitamente ogni gruppo ha una percentuale di tempo a disposizione). Sarà la Conferenza dei capigruppo a decidere di volta in volta. Entreranno i transfughi che entro tre giorni non comunicheranno a quale formazione vogliono appartenere e i senatori espulsi dai partiti.

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